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41° Assemblea Cofcooperative, Gardini: Pil in crescita, ma le diseguaglianze aumentano

redazione
Giugno15/ 2023

È in corso questa mattina a Roma, alla Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica, la 41esima Assemblea di Confcooperative “Abbiamo cura del Paese”. Confcoorperative è la principale associazione di rappresentanza del movimento cooperativo con 17.000 imprese aderenti che danno lavoro a 540.000 persone e rappresentano 3,2 milioni di soci. Il titolo di questa edizione dell’assemblea risponde alla mission della confederazione, per cui lavoro e inclusione sociale sono il filo conduttore dell’azione delle cooperative che non delocalizzano, creano lavoro e pagano le tasse in Italia. Secondo i dati del Centro studi Confcooperative, queste aziende realizzano il 25% dell’agroalimentare Made in Italy, rappresentano il 30% della distribuzione al consumo e al dettaglio, il 19,6% degli sportelli bancari ed erogano servizi di welfare a 7 milioni di italiani.

Molti i temi al centro dell’agenda di questo importante incontro per il mondo delle cooperative riunite nella Confederazione, ma sono soprattutto le criticità del sistema Paese a essere particolarmente attenzionate, come ben rileva il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini, nella sua relazione. Il primo dato che emerge riguarda il fattore mismatch: il lavoro c’è, ma mancano i lavoratori. «Il mismatch mina la competitività delle imprese, costa 1,2% di Pil e 21 miliardi di euro. Riguarda le imprese, grandi piccole e micro: 1 nostra cooperativa su 2 non trova le figure di cui necessita. Le nostre imprese occupano 540.000 persone, ne potrebbero assumere altre 30.000, ma non trovano professionalità, dal socio sanitario all’area tecnico scientifica, dall’agroalimentare al trasporto e ai servizi turisti e culturali».

Un’altro punto riguarda la crescita economica del paese, con il Pil in volata sulle aspettative, ma con un aumento delle diseguaglianze sociali. A tal proposito, quello che Gardini segnala è il fenomeno della povertà lavorativa: «Abbiamo 3,8 milioni di lavoratori poveri che ricevono una retribuzione annuale uguale o inferiore ai 6.000 euro e oltre 3 milioni di lavoratori irregolari o in nero. Investiamo sulle imprese virtuose che generano lavoro dignitoso, riducendo, ulteriormente, il cuneo fiscale che pesa circa il 10% in più della media Ocse. Libererebbe nuove risorse per le imprese e lascerebbe più soldi in tasca ai lavoratori con un effetto positivo sui consumi interni depressi dall’inflazione».

Ma non solo. A preoccupare sono anche l’aumento delle famiglie povere: «Le famiglie in povertà assoluta sono 1,9 milioni, erano 800.000 nel 2005: parliamo di 5,6 milioni di persone. La povertà relativa riguarda invece 2,9 milioni di famiglie e 8,8 milioni di persone» (fonte Censis su dati ISTAT/Eurostat), e la povertà educativa, per cui «500.000 giovani, più di 11 giovani su 100, nella fascia 18-24 anni, abbandonano i percorsi di formazione senza aver conseguito un titolo di studio».

Sul capitolo sanità, Gardini rileva la «drammatica la situazione del 12% di italiani che nel 2022 hanno scelto di non curarsi per mancanza di disponibilità economica, pur avendone bisogno, per risorse economiche scarse». Infine le politiche abitative, tema al centro del dibattito socio-politico di questi ultimi mesi: «Crca 3 milioni di famiglie vivono nel sovraffollamento – sottolinea il presidente di Confcooperative – e lo indicano come il principale fattore di tensione e di criticità per la propria condizione personale. Il fenomeno riguarda 1,8 milioni di famiglie che vivono in affitto, il 35,6% del totale e 1 milione di famiglie proprietarie, circa il 15,2% del totale».

e.m.

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