La piattaforma AppLavoro sembra uno dei tanti portali internet per permettere l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Un compito che effettivamente svolge, con la differenza che permette alle aziende di lasciare un feedback a un suo vecchio lavoratore, valorizzando in questo modo il curriculum di chi cerca lavoro. In pratica AppLavoro permette ai candidati di mostrare un curriculum “referenziato” dai vecchi datori di lavoro, ma anche colleghi, ex colleghi o clienti, con il rilascio di una “recensione” simile a TripAdvisor per intenderci. Questa sua peculiarità ha molti risvolti, sia in termini di credibilità delle persone in cerca di un impiego che sul versante di una maggiore sicurezza delle imprese di trovare un lavoratore qualificato.
Una idea, quella delle referenze, che sembra simile alle classiche “raccomandazioni”, un terreno scivoloso se i feedback non fossero controllati. Per arginare il problema, AppLavoro impedisce il rilascio dei feedback se non è comprovata l’effettiva relazione di lavoro. Quindi solo per chi ha effettivamente svolto il suo lavoro in una azienda, con regolare contratto, può ottenere il feedback. Anche un cliente può rilasciare feedback a un lavoratore: nel settore alberghiero ad esempio, AppLavoro sta funzionando bene, perché al lavoratore vengono riconosciuti i meriti del suo lavoro dalla clientela, aumentando le possibilità di trovare in futuro un altro impiego.
L’idea della piattaforma è stata pensata e creata a gennaio 2019 da Marco Contemi. “Il dato interessante che stiamo riscontrando – ha spiegato Contemi a Il diario del lavoro – è un aumento di iscritti che hanno già un impego, come ingegneri, avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro, tutti i liberi professionisti che sul nostro portale hanno indicato di avere uno studio o comunque una occupazione.” I dati riportati da Contemi rispecchiano il meccanismo dei feedback di AppLavoro, perché chi ha già un impiego oppure lo ha lasciato da poco, trarrà più vantaggio a iscriversi a una piattaforma che mette al centro le esperienze pregresse di lavoro.
Per chi invece da molti anni non è sul mercato del lavoro, sarà più farraginoso recuperare e comprovare la sua storia lavorativa ed ottenere dei feedback, perché magari l’azienda ha chiuso oppure si sono persi i contatti con gli ex colleghi. Una ricerca nel passato lavorativo che ricorda le traversie dei restauratori di qualche anno fa; per essere iscritti al nuovo albo infatti dovevano comprovare il lavoro svolto degli ultimi decenni.
Per rimediare in parte all’inconveniente, AppLavoro permette di inserire all’interno del curriculum del candidato una video-presentazione. Per chi è del settore spettacolo, suona come un self-tape o auto-provino, e in effetti l’idea è simile. Il candidato si registra da casa una sua presentazione, come se fosse ad un colloquio. Una sorta di primo colloquio, ma “virtuale”. AppLavoro fornisce al candidato una serie di consigli e istruzioni utili per presentarsi al meglio. Il vantaggio è un risparmio di tempo per le aziende, dato che si fanno una idea del futuro collaboratore; inoltre elimina ansie e imbarazzi ai candidati timidi ai colloqui dal vivo ma spesso molto capaci nel loro lavoro. “Questo è il cuore del progetto – ha spiegato Contemi – il nostro scopo non è solo fare un semplice mach tra domanda e offerta di lavoro, ma siamo gli unici a dare la possibilità al candidato di creare un curriculum serio, che può contenere, grazie ad un link, anche una video-presentazione. Una formula che può dare una svolta nel mondo del lavoro perché l’azienda, che vede una persona in video prima di invitarla al colloquio, riesce a farsi una idea più precisa del candidato.”
Emanuele Ghiani