“Siamo in presenza di tagli previsionali che, al di là dei decimali in più o in meno, evidentemente erano già da prevedere dato il rallentamento dell’economia globale, dato il rallentamento della Germania. Questo comporta che invece di perdere tempo a cercare le colpe, gli alibi e i complotti internazionali, l’Italia deve necessariamente reagire, prendere atto di questo rallentamento e portare la crescita secondo i ritmi dichiarati dal governo con la manovra”.
Lo ha detto il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, commentando a margine di Confindustria Connext le stima di crescita del Pil italiano rilasciate oggi dall’Unione europea, rivista al ribasso allo 0.2 per cento.
“Vogliamo un confronto serrato col governo del Paese, perché se Comunità europea, Ufficio studi di Confindustria, Banca d’Italia, tutti avvertono un rallentamento, non vuole dire che c`è un complotto internazionale contro l`Italia ma è un dato previsionale con cui fare i conti”.
“La politica italiana – ha aggiunto Boccia – dovrebbe portare la politica industriale al centro del Paese e uscire da questo torpore”.
“Forse – ha proseguito – è arrivato il momento che il governo si occupi della questione occupazione, lavoro e provvedimenti anticiclici per compensare il rallentamento dell’economia globale. Questa – ha aggiunto Boccia – è la realtà che abbiamo di fronte, poi se qualcuno vuole dire che è diversa vuole dir che viviamo in due Paesi diversi. Io penso e spero di no. Poi se riuscissimo a reagire lo spread si calmerebbe perché è frutto dell’incertezza della percezione del Paese”.
Sulla possibilità di una manovra correttiva, Boccia ha detto che “non ci sarebbe bisogno se aprissimo immediatamente i cantieri e la smettessimo di costruire dimensioni ideologiche su grandi opere del Paese di cui una parte è già pagata dall’Europa, attivando cantieri e quindi occupazione”.
“Il problema – ha detto Boccia – è la questione temporale, ovvero in quanto tempo facciamo le cose che diciamo e in quanto tempo dobbiamo reagire perché già i dati di gennaio ci dicono che il rallentamento è ancora in corso nei settori dell`automotive e dell’edilizia. Siamo in un momento di emergenza in alcuni settori. Sarebbe il caso che il governo – ha concluso – partendo proprio dalle dichiarazioni del ministro, costruisse delle contromisure e poi vediamo se queste sono compensative o meno e se serve altro”.
“Abbiamo la voglia di reagire in un Paese che a volte è dissociato dalla realtà con la crisi economica alle porte; c`è un mondo delle imprese che vuole reagire per diventare più competitivo”.
“Serve un`idea di Paese – ha concluso – che si raccordi con le imprese che si raccordano e comunicano tra loro per crescere perché se cresce l`industria, cresce l`Italia. E se cresce l`Italia, cresce l`Europa. E questo ci fa dire che chi è contro l`industria è contro l`Italia”. A vole reagire, ha aggiunto, è “il mondo delle produzione” per “fare un secondo salto di qualità da una Confindustria che da sindacato d`impresa diventa sempre di più attore sociale, che vuole definire proposte nell`interesse del Paese”.
TN