“Questa mi pare una cosa interessante”. Così il leader della Cgil, Susanna Camusso, accoglie le parole del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che ha auspicato “linee comuni” sui nuovi contratti.
“Credo – dice Camusso all’Ansa, a margine dei lavori della Confederazione europea dei sindacati (Ces) – che il tema sia proprio provare a misurarsi su un’altra fase. Non confermarsi l’un l’altro, perché è chiaro che ci ridividiamo e basta. Il problema è domandarsi se possiamo fare delle cose per questo Paese. Perchè credo che questa sia la responsabilità davvero di tutti”.
Camusso chiarisce che sulla riforma del modello contrattuale, varata dal direttivo di Corso d’Italia dell’11 maggio, “non abbiamo approvato una piattaforma. Abbiamo proposto che si avvii una discussione su qual è l’obiettivo che diamo al Paese e in relazione a questo quale modello contrattuale”. “Tanto – sostiene – che abbiamo sempre parlato di progetto Paese, indicando innanzitutto l’obiettivo della crescita. Quello della crescita non è un tema generico, di più quantità ma anche di qualità e le relazioni industriali ne sono parte. Dentro questo, quindi, c’è il riproporre un nuovo modello: quello del 2009 non ha funzionato, quello del 1993 non c’è più. Quindi si va oltre l’idea di proporlo a Cisl e Uil, non è la dinamica classica della costruzione di una piattaforma. È porsi il tema di dove portiamo questo Paese. È parte del vento di cambiamento”. (LF)
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