“I costi della crisi continuano ad essere scaricati sui lavoratori anche dall’Unione europea, mentre resta prevalente l’idea che la crescita possa avvenire solo nel privato e non anche nel pubblico, che continua a subire tagli”. Lo sottolinea il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, intervenendo al 12/mo congresso della Ces-Etuc, la confederazione europea dei sindacati, che si è aperto oggi.
Camusso parlando del nuovo Patto di stabilità Ue ha detto che “C’è una norma, in parte cambiata, ma ancora preoccupante, che fissa l’incremento dei salari in base alla produttività e non in ragione dell’inflazione scaricando sui lavoratori i costi di questa crisi”, sottolinea. Inoltre, ha aggiunto, “così come è costruito punta a continuare a tagliare sul pubblico e contiene, pertanto, l’idea che la crescita può avvenire solo nel privato. Invece può avvenire anche nel pubblico. Al contrario, i tagli orizzontali, anche nel nostro Paese, non portano alla crescita, ma anzi alla costruzione di un grande debito sui giovani e il loro futuro”.
Secondo il leader della Cgil, “le politiche degli ultimi anni, compreso il nuovo Patto di stabilità, hanno allontanato l’idea di un’Europa come punto di riferimento e di crescita con un modello che porta alla riproposizione di molti nazionalismi e contraddizioni”, sostiene Camusso, parlando anche di “una crisi di fiducia dei popoli verso l’Europa”. (LF)
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