“Il primo round del Jobs act, così come approvato dal Senato, ha indubbiamente rappresentato una svolta innovativa di grande interesse, modificando in punti cruciali la normativa del lavoro”. Lo si legge nel 48* Rapporto del Censis, nel capitolo dedicato all’occupazione, in cui si specifica come il lavoro continui a configurasi come il problema più avvertito dalle famiglie italiane.
“Il Jobs act inoltre – prosegue il Censis – dà rilievo e centralità al lavoro a tempo indeterminato, confidando che possa costituire un vantaggio per incrementare le opportunità di lavoro”. A questo proposito però il Censis fa notare come, nel raffronto con gli altri paesi europei, appaia una certa correlazione tra la diffusione di contratti part time e a tempo determinato e più alti tassi di occupazione rispetto all’Italia.
Il nostro tasso di occupazione nel 2013 è stato del 59,8%, mentre la quota di part time è pari al 17,9% e i contratti a termine rappresentano il 13,2%. Paesi con tassi di occupazione molto superiori al nostro, come la Germania (77,1%) o i Paesi Bassi (76,5%), hanno quote di contratti a tempo determinato molto superiori alla nostra.
F.P.