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Contratti, Landini: no sgravi ma sanzioni a chi non li rinnova

redazione
Maggio16/ 2023

“Ci sono contratti da 8-10 anni che non vengono rinnovati. Bisogna non solo che il Governo agisca per far rinnovare quei contratti, ma bisogna stabilire anche delle regole: le imprese che non li rinnovano non hanno gli sgravi fiscali e non possono concorrere alle gare di appalto pubblico”. È la proposta lanciata nel corso della trasmissione Agorà dal leader della Cgil, Maurizio Landini, secondo il quale “bisogna cominciare a fare delle norme”.

Per esempio, ha aggiunto Landini, “se dopo un anno non si rinnova il contratto ci devono essere delle sanzioni rispetto il fatto che si sta violando una norma fondamentale. Di tutto questo però non si sta parlando. Anzi, lo stesso Governo, che è controparte, non ha messo un euro per il rinnovo del contratto dei lavoratori pubblici, che va dalla scuola alla sanità. Quindi, dà un’indicazione esattamente contraria di quello che si dovrebbe fare. Con i livelli di inflazione e l’abbassamento dei salari il rinnovo dei contratti è uno degli strumenti da mettere in campo insieme a una vera riforma fiscale”.

Quanto al salario minimo, Landini sottolinea che non c’è contrarietà a riguardo, “diciamo che in Italia bisogna farlo valorizzando anche quello che è un dato che nel resto d`Europa c’è meno: la contrattazione collettiva. Stiamo chiedendo una legge sulla rappresentanza che dia valore generale ai contratti nazionali che oggi non ce l’hanno”.
“Oggi ci sono tantissimi contratti pirata – ha aggiunto – vanno estesi tutti i diritti dei contratti come ferie, malattia e infortuni a tutte le forme di lavoro, sia quello autonomo che dipendente. E dentro questo schema si deve sancire una quota oraria sotto la quale nessuno deve essere pagato”.

Sulle stime al rialzo del Pil diffuse ieri dalla Commissione europea, Landini afferma: “L’economia va bene? Sono contento. Ma i dati sono positivi per chi? A uno che lavora si dice ‘va bene l’economia’, ma mica se ne è accorto? Il suo salario cala, gli affitti e i prezzi aumentano”. Per il segretario della Cgil, a fronte di paesi “che stanno facendo più investimenti, noi invece corriamo il rischio di non riuscire a fare tutti quelli previsti dal Pnrr. Proprio perché siamo di fronte a un momento di cambiamento stiamo dicendo che non vediamo la strategia. Vediamo tornare logiche vecchie e ci sarebbe invece bisogno di utilizzare anche questa potenzialità di cambiamento per fare le riforme necessarie: una vera riforma fiscale, superare la precarietà, una legge sulla rappresentanza, una politica di investimento che metta al centro la sostenibilità ambientale, investire sulla formazione”.

e.m.

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