“Sicuramente entro l’anno approveremo la legge che impone uno stop nei weekend e nei festivi a centri commerciali ed esercizi commerciali, con delle turnazioni, ma l’orario degli esercizi commerciali non può più essere liberalizzato come fatto dal governo Monti perché sta distruggendo le famiglie italiane”. Ad annunciarlo è il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, in diretta Facebook a margine della Fiera del Levante a Bari. “Bisogna ricominciare a disciplinare gli orari di apertura e chiusura”, ha sottolineato.
E questa mattina, a L’aria che tira su La7, aggiunge: “Non dico che sabato e domenica non si fa più la spesa, ci sarà un meccanismo di turnazione: resta aperto solo il 25%, il resto chiude”, rassicurando quindi che “ci sarà sempre un posto dove andare a fare la spesa”.
La turnazione, ha spiegato di Maio, la deciderà la legge e il sindaco con i commercianti “come avveniva prima”. Si tratta, ha proseguito, “di un provvedimento di cui abbiamo discusso in Parlamento e in passato ed è una proposta anche del Pd, anche se Renzi dice che è una proposta illiberale”.
“Questa proposta è una misura di civiltà – ha sottolineato – ci viene chiesta dai commercianti, dai padri e madri di famiglia che essendo proprietari di in un negozio dicono che se mi mettete in concorrenza con un centro commerciale dal lunedì al venerdì i miei figli non li vedo più”.
Le reazioni si dividono. Intervistato dal Corriere della Sera, il presidente di Federdistribuzione, Claudio Gradara, afferma che chiudere il commercio la domenica, che è diventata il secondo giorno per incasso dopo il sabato” avrebbe un “effetto negativo sui consumi, già fermi”, mentre “i posti di lavoro a rischio, per l’intero settore, sarebbero tra i 30 e i 40 mila”.
“Sugli investimenti abbiamo già i primi segnali di grandi gruppi che, prima di andare avanti, vogliono capire come finirà questa storia. Avevamo già chiesto un incontro al ministro Luigi Di Maio ma finora – rileva Gradara – non siamo riusciti a parlare con lui”.
Quanto ai piccoli commercianti, favorevoli allo stop “partiamo dai numeri. Dal 2012, i piccoli esercizi che hanno chiuso sono l`1,9%: non mi pare una ecatombe considerando la crisi degli ultimi anni. E poi non è con il ritorno al passato che ci si può difendere”.
“Chiudere la domenica farebbe crescere ancora di più il commercio online”. E l’ipotesi di uno stop domenicale anche per il commercio online “è un segnale positivo. Ma, al di là degli annunci, dal punto di vista tecnico mi pare difficile da realizzare”.
Per Confcommercio, invece, “ridiscutere con atteggiamento non ideologico il ruolo della distribuzione è un primo passo importante e condivisibile. L’obiettivo deve essere quello di evitare gli errori del passato e di valorizzare il nostro modello plurale fatto di piccole, medie e grandi imprese per assicurare il massimo del servizio e della qualità alle famiglie e ai consumatori”. Lo ha detto Enrico Postacchini, delegato per le Politiche commerciali di Confcommercio.
“Partire, quindi, da una regolamentazione minima e sobria per le chiusure festive attraverso il dialogo con le rappresentanze è una via percorribile e imprescindibile”, ha aggiunto.