“Non siamo dei manipolatori della moneta”: con queste parole il presidente della Bce, Mario Draghi, ha respinto le accuse lanciate dall’amministrazione Trump contro la valuta unica e la Germania, che ne avrebbe sfruttato la sua presunta sotto valutazione.
“Nel 2013 l’euro era a 1,40 dollari e il surplus commerciale tedesco era già al 6 per cento del Pil – ha ricordato Draghi – questa è la forza dell’economia tedesca”. L’andamento dei cambi deriva anche da “politiche monetarie che riflettono la diversa posizione del ciclo economico nella zona dell’euro e negli Usa. Noi non siamo dei manipolatori della moneta”.
Che la Bce non manipoli i cambi valutari, ha ricordato il presidente della banca centrale europea, e’ del resto certificato dal dipartimento del Tesoro americano in un rapporto del 2014, secondo cui l’ultima volta che la Bce è intervenuta sul mercato dei cambi è stato nel 2011, in una manovra coordinata con le altre maggiori Banche centrali mondiali per stabilizzare lo yen dopo lo tsunami.