Mario Draghi ricarica il bazooka e spara a pallettoni contro la crisi. Le misure varate oggi dalla Bce (”a schiacciante maggioranza”, ha detto Draghi) rappresentano una decisa accelerazione della politica monetaria per contrastare i timori di deflazione. I tassi di interesse scendono praticamente a zero, (quello sui depositi a meno 0,40), mentre il quantitative easing sale da 60 a 80 miliardi al mese, e il raggio degli acquisti possibili si allarga amche ai corporate bond di aziende solide. Inoltre, tutte le misure sono destinate a durare, se necessario, anche oltre la data di marzo 2017, fino a che -spiega Draghi- l’inflazione risalirà a sufficienza. Cosa che però non avverrà in tempi brevi: “ammettiamo che l’orizzonte temporale per tornare ai livelli obiettivo è più lungo di prima, ma questo non significa che abbiamo deflazione”, ha detto Draghi, aggiungendo: “le previsioni macroeconomiche mostrano inflazione negativa per alcuni mesi, ma per fine anno tornerà a salire, prevalentemente per effetto delle misure decise. E poi proseguirà in questa dinamica fino a riallinearsi con i valori obiettivo”. O almeno si spera: perché proprio oggi la Bce ha peggiorato le stime su crescita e inflazione.
E del resto, avverte il presidente della Bce, la politica monetaria non può bastare da sola a rilanciare l’economia, anche i paesi Ue devono darsi da fare: “Tutti i Paesi dell’area euro devono sforzarsi di approntare una composizione delle politiche di bilancio più favorevole alla crescita”. In altre parole, occorrono investimenti pubblici adeguati a spingere la crescita, ma senza uscire dal tracciato: ” Le politiche di bilancio dovrebbero sostenere la ripresa, mantenendosi nel rispetto delle regole dell’Ue”, dice Draghi, e aggiunge: “la piena e coerente attuazione del patto di stabilità e di crescita è cruciale per mantenere la fiducia. Al tempo stesso tutti i Paesi dovrebbero sforzarsi per una composizione delle politiche di bilancio più favorevole alla crescita”. Insomma, un bel gioco di equilibrio. Intanto, Draghi puo’ rivendicare che la banca centrale, fin qui, il suo dovere lo ha fatto, essendo riuscita a scongiurare ”una disastrosa deflazione” che avrebbe appesantito il fardello dei debiti pubblici. Per ora, certo.