“Starlink potrebbe rappresentare un ulteriore problema, ma i mali del settore vengono da lontano. Sono il risultato di una miopia che ha contraddistinto tanto la politica quanto la parte industriale, e affidarsi ai satelliti di Musk sarebbe solo una soluzione tampone che non toccherebbe alla radice le problematicità della filiera”. È questo il giudizio del segretario generale della Fistel-Cisl, Alessandro Faraoni.
Segretario mi spieghi meglio.
Nonostante tutti i soldi investiti il settore è chiaramente in difficoltà. Sono passati i tempi nei quali le aziende delle telco erano viste come delle galline dalle uova d’oro. Le Tlc sono state spremute in termini di costo verso le comunità sociali ed industriali, non permettendo neanche un euro di aumento, che avrebbero coperto le perdite dovute al calo di traffico e permesso di coprire gli ingenti investimenti, nel mentre agli over the top è stato garantito l’uso gratuito delle reti delle aziende telco. Il contratto che deve essere rinnovato da oltre due anni è un sintomo di questa difficoltà C’è stata un’interruzione nello sviluppo del 5G. La copertura totale delle cosiddette zone grigie, aree principalmente rurali, non è stata ancora attuata. Inoltre l’incapacità politica è culminata nel non saper valorizzare un’azienda come Open Fiber lasciandola da sola come una nave in piena burrasca, permettendo ad alcune aziende leader dell’energia di sottrarsi e prendersi grandi rientri economici a loro vantaggio senza averla valorizzata. Non si sta investendo nelle competenze e nell’innovazione. Quindi affermare che tutti i mali sono riconducibili a Musk o alle scelte di questo governo è un approccio sbagliato. Questo, tuttavia, non elimina le problematiche.
Quali?
L’apertura del tavolo di confronto al Mimit, che si terrà il prossimo 12 febbraio, è positiva. Li chiederemo al governo maggiori delucidazioni sul fatto se ci sia o meno un contratto con Starlink e se sì i termini di tale accordo. Come sindacato la nostra principale preoccupazione è quella di tutelare i perimetri occupazionali e la salute delle aziende. La presenza di Starlink potrebbe costituire un fattore di alterazione del mercato. Così come resta da capire se i satelliti di Musk aiuteranno a portare la copertura ovunque oppure no. Ci sono, inoltre, anche delle considerazioni più strettamente tecnologiche e ambientali.
Di che tipo?
Al momento la copertura offerta dai satelliti è inferiore di quella del 5G. il ritardo nel segnale è ancora molto significativo. Si starebbe quindi discutendo di mandarne in orbita molti di più ma questo avrebbe un impatto ambientale non trascurabile.
Potrebbero esserci dei problemi con le aziende del settore che hanno ricevuto i fondi del Pnrr?
Come dicevo il rischio di un’alterazione del mercato e quindi di una concorrenza sleale non è da escludere. Ma i ritardi nella spessa dei fondi del Pnrr o di altri fondi non dipendono certamente da Musk.
Non solo Musk è un privato, con una potenza economica e di influenza politica senza precedenti, ma occuperà anche un posto di rilievo nel secondo mandato di Trump. Tutto questo la preoccupa?
Musk racchiude in sé degli aspetti che difficilmente si sono sin qui visti concentrati in un’unica persona. Detto questo il nostro paese ha una storica dipendenza dagli Stati Uniti. L’interruzione dello sviluppo di tecnologia di aziende cinesi nel nostro paese è dovuta proprio a questo legame. Quindi su questo fronte non vedo nulla di nuovo.
Tommaso Nutarelli