Il Fondo monetario internazionale ha lanciato una serie di allarmi sulla crescita economica globale.
Nella prima metà dell’anno “si è rivelata più debole” di quanto pronosticato dalla stessa istituzione nel suo World Economic Outlook, pubblicato ad aprile. Ora, in un rapporto stilato in vista del G20 delle Finanze di questo fine settimana in Australia, il Fmi parla ripetutamente di performance “deludenti” in varie regioni: dagli Usa, all’America Latina, all’area euro.
E nell’esaminare l’Unione valutaria il Fmi cita l’Italia a causa della contrazione che ha registrato il Pil.
In prospettiva “la crescita globale dovrebbe ora riguadagnare forza, ma i rischi di rallentamento sono aumentati”, avverte il Fmi. E tra i fattori di pericolo cita le tensioni geopolitiche aumentate negli ultimi mesi, che si sono andate ad aggiungere a rischi già presenti come quelli legati alla normalizzazione della politica monetaria negli Usa (con la progressiva rimozione degli stimoli).
Quanto ai piani di risanamento dei conti, il Fmi avverte che bisogna evitare di lanciarsi in manovre correttive in caso di “ampie sorprese negative” sulla crescita, perché sarebbe controproducente. Mentre chi come la Germania ha margini di bilancio dovrebbe sfruttarli per favorire gli investimenti.
F.P.