Dopo la decisione di Uber Eats di dismettere le operatività sul territorio italiano, ora è la volta di Getir, colosso turco del food delivery, che “con uno scarno comunicato della casa madre”, informano in una nota congiunta i sindacati Filcams, Fisascat e Uiltucs, comunica la chiusura e il licenziamento dei circa 370 lavoratori ad oggi impiegati. Le motivazioni sono le stesse addotte dai predecessori, e cioè bassa profittabilità, risultati non i linea con gli obiettivi, investitori non intenzionati a sostenere ulteriori investimenti.
“Nulla di nuovo in un settore, quello del Food delivery, che vede un susseguirsi di crisi aziendali con migliaia di lavoratori lasciati letteralmente a piedi. Una bolla che sta scoppiando sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori del settore anche in Francia, Spagna e Portogallo. Centinaia di famiglie che, da un giorno all’altro vedono messo in discussione il loro futuro”, spiegano i sindacati.
I sindacati attaccano l’atteggiamento di Getir, che “ha potuto sfruttare i benefici derivanti dall’essere sulla carta una start up, per decidere poi, al termine di tale periodo, di lasciare il nostro Paese. Un’azienda che ha sfruttato manodopera con inquadramenti al ribasso e che avrebbe dovuto in queste ore sedersi a un tavolo con le Organizzazioni Sindacali per provare a sanare questa situazione”. Al contrario, “è arrivata la doccia fredda. Tavoli di confronto sospesi e la notizia della prevista uscita di Getir dall’Italia”.
“Filcams, Fisascat e Uiltucs si sono già attivate per scongiurare i licenziamenti e tentare di ridurre il più possibile l’impatto sulle lavoratrici e lavoratori. A tal fine nelle prossime ore verranno messe in campo tutte le azioni possibili in tutte le sedi che si riterranno opportune”, conclude la nota.
e.m.