“Le parti sociali sono state per me fonte di delusione per la loro resistenza al cambiamento, per il loro arroccamento a difesa di posizioni che ancora reggono ma che non hanno futuro”. Lo dice il ministro uscente del Welfare, Elsa Fornero, in un colloquio con L’Espresso in edicola domani.
“Un esempio? – prosegue – hanno resistito a lungo per non cambiare un sistema di ammortizzatori sociali alquanto inefficiente. Alla base vi è spesso un’insicurezza intellettuale, non priva di ambiguità, come nel caso di Confindustria che da un lato sostiene di volere un paese più moderno, dall’altro ha fatto resistenza all’introduzione di procedure del mercato del lavoro che ci avvicinano alla situazione degli altri paesi avanzati.
Durante i quasi tre mesi di consultazione, ho constatato per un verso, per esempio sul licenziamento, una forte richiesta di liberalizzazione. Dall’altro, un’opposizione quasi di principio a rivedere schemi di protezione sociale che comportano un grande spreco di risorse”.
Fornero ricorda “un incontro proprio sugli ammortizzatori sociali, al termine del quale dissi: non posso credere che questa sia la posizione di Confindustria non posso pensare che l’attuale struttura possa sembrarvi degna di un paese efficiente. E, in effetti, anche dopo la riforma non sembrano essersi resi pienamente conto del carattere di svolta dell’introduzione dell’Aspi, l’assicurazione sociale per l’impiego, che mi auguro il prossimo governo continui con determinazione, completandola con l’attivazione delle politiche attive sulle quali il nostro non è riuscito a portare a termine l’intesa con gli enti locali”.