Si è svolta una manifestazione dei sindacati davanti allo stabilimento Gianetti Ruote di Carpenedolo in provincia di Brescia insieme con delegazioni di lavoratori provenienti da tutta la Lombardia “in difesa del lavoro – ha dichiarato Francesca Re David, segretario generale della Fiom-Cgil, durante il sit-in – e contro i licenziamenti”.
“E’ stata la prima azienda che subito dopo lo sblocco dei licenziamenti ha deciso di chiudere lo stabilimento di Ceriano Laghetto in Brianza per ragioni esclusivamente finanziarie licenziando 152 persone – ha detto – è molto importante la manifestazione unitaria di oggi con lo sciopero dei metalmeccanici del territorio di Brescia e della Brianza. Domani c`è l`udienza contro la Gianetti Ruote sull`articolo 28 dello statuto dei lavoratori. Auspichiamo che come per la Gkn sia riconosciuto il comportamento antisindacale. Ci aspettiamo che il governo intervenga con urgenza e metta in campo gli strumenti necessari per affrontare la fase transizione industriale del settore automotive e per tenere aperte le fabbriche”.
“Speriamo che domani il Tribunale di Monza – ha sottolineato Gianluca Ficco, segretario nazionale della Uilm – faccia giustizia sulla vertenza di Gianetti Ruote e dia il tempo necessario per trovare la migliore soluzione per i 152 lavoratori coinvolti. Ciò che sta accadendo in Gianetti Ruote è emblematico di quanto sta accadendo nel nostro Paese e in particolare nel settore auto – prosegue – a differenza di altri Stati, dove molte potenze industriali stanno riportando nel territorio le produzioni prima delocalizzate, in Italia continuiamo a subire queste le delocalizzazioni, con gravi conseguenze occupazionali. L`Italia deve capire che l`industria è alla base del benessere nazionale e della sua sovranità.”
“Questo è il momento di riportare in Europa e in Italia le produzioni fondamentali, – prosegue Ficco – a partire dall`automotive, primo settore industriale italiano. E’ necessaria una legge contro le delocalizzazioni, che dia il tempo per trovare le soluzioni occupazionali alternative, che penalizzi duramente atteggiamenti predatori e socialmente irresponsabili, che cancelli il jobs act, non solo per quanto riguarda l`articolo 18 ma nella parte sugli ammortizzatori sociali. E’ fondamentale che il Governo italiano metta in atto una politica seria industriale del settore automotive, che abbia al centro la salvaguardia occupazionale e le produzioni nazionali, essenziali per vincere la sfida della transizione”.
E.G.