Con una nota, Ikea interviene sulle polemiche seguite al licenziamento della giovane madre con figlio disabile, fornendo tra l’altro i dati delle adesioni allo sciopero di solidarieta’: secondo l’azienda, avrebbero incrociato le braccia 47 dipendenti su un totale di 1.407.
Quanto al “fantomatico algoritmo”, che sarebbe alla base dell’indisponibilita’ a modificare il turno di Marica, la madre licenziata, la multinazionale svedese ha precisato i contorni del meccanismo che governerebbe i turni dei lavoratori: “È meglio smitizzare questa storia dell’algoritmo che decide tutto – si legge nella nota – È impensabile che nel 2017 si possano ancora fare i turni di 6.500 persone a mano. Il software organizza i turni di semestre in semestre, tenendo conto di molti parametri fra cui lo storico delle vendite e delle richieste dei clienti, le richieste di ferie, permessi, eccetera. Insomma, tiene conto di una serie molto alta di variabili. Il software elabora quindi una prima ipotesi di turnistica che viene poi discussa tra i collaboratori e i loro responsabili”.
“Va detto inoltre – prosegue la nota – che la prassi di cambi turno fra colleghi, concordati con i loro responsabili, è normale in Ikea. Nel solo negozio di Corsico, per fare un esempio, su circa 450 dipendenti si registrano circa 1.800 cambi turno al mese. I turni di lavoro vengono determinati in base alle esigenze di ciascun reparto. Nella definizione dei turni, Ikea cerca sempre di contemperare tra le esigenze personali e le esigenze organizzative. Inoltre – conclude la nota – in alcuni store Ikea ha avviato TIME, un sistema di gestione degli orari di lavoro: sono i co-worker stessi a individuare i turni in cui preferiscono lavorare tra quelli disponibili sulla base del fabbisogno di reparto, rispettando alcune regole comuni concordate con il sindacato”.
T.N.