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Indagine Fim Cisl, presentato il “1° Cruscotto del lavoro nella metalmeccanica”

redazione
Gennaio24/ 2023

E’ stato presentato questa mattina a Roma il “1° Cruscotto del lavoro nella metalmeccanica” l’indagine della Fim Cisl e del Centro ricerche REF su uno dei settori industriali più importanti del nostro Paese.

“Abbiamo fortemente voluto questa analisi sul lavoro metalmeccanico per renderci conto meglio di quanto sia cambiato e delle nuove sfide che porta con sé – commenta il segretario generale della Fim Cisl Roberto Benaglia – presentando questa mattina il rapporto. Il cambiamento del lavoro è ancora più pervasivo e accelerato nel nostro settore e deve portare tutto il sindacato a cambiare obiettivi, strategie e modalità per rappresentare le tute blu, sempre più qualificate, capaci di esprimere produttività e competenze in crescita.”

“Il lavoro metalmeccanico interessa circa 2 milioni di lavoratori in Italia e come emerge chiaramente dal rapporto, presenta tutele migliori rispetto a quelle dell’economia italiana in tema di livelli salariali, (il salario medio lordo è di 40 mila euro), rispetto a molti altri settori c’è un minor utilizzo di contratti precari e livelli di tutela più concreti e sostenuti mentre i differenziali retributivi di genere sono più bassi.”

La produzione industriale metalmeccanica, trainata da 241 mld di esportazioni nel 2021 superiore a quelle del 2019 che era di 224 mld mentre la produttività, bestia nera dell’industria italiana, negli ultimi 10 anni è cresciuta di 15 punti percentuali, l’occupazione ha recuperato i livelli pre-covid e le retribuzioni reali sono rimaste stabili prima del calo del 2022 a causa della guerra e dello shock energetico e dell’inflazione.

Restano però i problemi legati alla formazione, acuiti dall’’accelerazione dell’innovazione tecnologica, e alla scarsità di manodopera professionalizzata rispetto ai bisogni delle imprese, come pure l’indebolimento della presenza della metalmeccanica nel Mezzogiorno del Paese.

Per questo Benaglia ha concluso: “non dobbiamo tuttavia sederci su questi risultati. Il rischio che corre il sindacato italiano è quello di agitare slogan del Novecento che sono sempre meno compresi sui luoghi di lavoro. La Fim Cisl sulla base di questa indagine è ancora più convinta che serva una “contrattazione riformatrice” capace di completare il set di tutele a partire dalle competenze riconosciute, dall’innalzamento dei salari legati alla professionalità espressa, dalla capacità di accompagnare i metalmeccanici nelle tante transizioni lavorative che li caratterizzano.

E’ un tempo nuovo per il lavoro, soprattutto nel nostro settore, le disuguaglianze che riscontriamo ancora vanno aggredite con proposte innovative.”

redazione