A marzo l`indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dello 0,1% rispetto a febbraio. Corretto per gli effetti di calendario l`indice complessivo è aumentato, in termini tendenziali, del 37,7% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 23 contro i 22 di marzo 2020). Lo ha reso noto l’Istat spiegando che, in termini tendenziali, l`indice ha registrato “un incremento fortissimo, dovuto al confronto con i livelli eccezionalmente bassi del corrispondente mese dello scorso anno, quando furono adottate le prime misure di chiusura di diverse attività, a causa dell`emergenza sanitaria”.
Nella media del primo trimestre il livello della produzione cresce dello 0,9% rispetto ai tre mesi precedenti. A marzo di quest`anno “il livello dell`indice destagionalizzato resta inferiore dell`1,2% rispetto al valore registrato a febbraio 2020, mese precedente l`inizio della pandemia”, ha aggiunto l’Istituto di statistica.
L`indice destagionalizzato mensile mostra un aumento congiunturale marcato per l`energia (+1,8%), più contenuto per i beni intermedi (+0,5%) e ancora più ridotto per i beni strumentali (+0,2%); viceversa, diminuisce nel comparto dei beni di consumo (-1,5%).
Incrementi tendenziali molto elevati caratterizzano tutti i comparti: +58,1% per i beni strumentali, +40,8% per i beni intermedi e +28,1%i beni di consumo; più contenuta è la crescita per l`energia (+6,9%).
Tutti i principali settori di attività economica registrano aumenti su base tendenziale, ad esclusione delle attività estrattive che restano invariate. Gli incrementi maggiori riguardano la fabbricazione dei mezzi di trasporto (+102,1%), la fabbricazione di apparecchiature elettriche (+66,4%), la metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+59,7%), le altre industrie manifatturiere (+56,6%), la fabbricazione di macchinari (+52,4%) e le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+51%).
Nella media del primo trimestre di quest`anno “si osserva un moderato recupero congiunturale della produzione industriale: alla crescita consistente osservata a gennaio è seguita, nei due mesi successivi, una sostanziale stazionarietà”, ha osservato l’Istituto di statistica.
TN