Il piano di reindustrializzazione della società Industria Italiana Autobus (IIA) si sta concretizzando e, in particolare, il rilancio dello stabilimento ex Irisbus di Flumeri (Avellino) è ormai alle porte. A cinque anni dalla chiusura dello stabilimento e due anni dall’acquisizione da parte dell’IIA avvenuta nel 2014, è arrivata l’approvazione del contratto di sviluppo della società cessionaria IIA con Invitalia. “Ora si aspetta la capitalizzazione da parte dell’azienda – sottolinea a Il Diario del Lavoro il segretario nazionale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano – che dovrebbe avvenire in questi giorni, in un incontro che sarà fissato a seconda della disponibilità del Mise”. L’iter per quanto riguarda l’accesso ai finanziamenti di Invitalia dovrebbe quindi concludersi a breve, anche se poi materialmente l’operazione finanziaria avverrà nel mese di settembre.
L’obiettivo della Industria Italiana Autobus era quello di creare un nuovo progetto industriale che prevedesse due unità produttive. Una è la ex BredamenariniBus, in capo a Finmeccanica, che non ha mai interrotto il ciclo produttivo degli autobus, e l’altra, quella della ex Irisbus, che avrebbe dovuto integrare la produzione della partecipata cinese (al 80%) Xiamen King Long.
“Nel mese di febbraio – continua Uliano -, l’amministratore delegato della Industria Italiana Autobus, Stefano Del Rosso, ha comunicato l’interruzione dei rapporti con la King Long e di aver trovato un altro partner, la società turca Karsan, con la quale sta strutturando un nuovo piano per il rilancio dello stabilimento di Valle dell’Ufita”. Ma sul piano industriale complessivo la discussione è stata rimandata al prossimo settembre 2016.
Nel frattempo, su Bologna è stata rilevata una commessa molto importante con regione Emilia-Romagna. In particolare, la ex BredamenariniBus ha vinto una gara che prevede la costruzione di circa 200 bus da costruire entro due anni “e questo – spiega Uliano – ha aggiunto un altro elemento di positività”.
D’altra parte, sono state espresse volontà da parte della regione Campania di rafforzare la propria flotta su gomma e anche questa si profila essere una grossa potenzialità di sviluppo per il rilancio dello stabilimento irpino, che porterebbe quindi a pieno impiego i 294 lavoratori che sono in cassa integrazione. In particolare, sull’ex Irisbus “abbiamo contrattato 3 anni di cassa integrazione e ad oggi si è al secondo anno. L’attardarsi sul progetto di implementazione del nuovo piano industriale – conclude il segretario -, quindi, può dar luogo a un rischio di mancata copertura di cassa integrazione o comunque una problematicità nella rioccupazione di tutti i lavoratori.”
Intanto, ieri si è svolto un incontro a Bologna tra la regione Emilia-Romagna, il ministero dello Sviluppo Economico, la città metropolitana di Bologna, il Comune di Bologna, i sindacati di categoria Fim, Fiom e Uilm e Industria Italiana Autobus. Oggetto dell’incontro, due aspetti particolarmente delicati: uno è quello dell’apertura di una procedura di mobilità sullo stabilimento della ex BredamenariniBus che coinvolgerebbe circa 46 unità su 180 (in scadenza a fine agosto) e che dovrebbe essere volta a riequilibrare uno sbilanciamento che è stato denunciato da parte da parte di Del Rosso quando ha rilevato la BredamenariniBus; l’altro punto è il ricorso alla cassa integrazione per la riorganizzazione del sito, che dovrebbe durare circa un anno, e che fa parte di un processo di ristrutturazione sullo stabilimento di Bologna per metterlo in grado di rispondere alla produzione di quegli autobus che hanno acquisito dalla gara con la società di trasporti emiliana.
L’incontro si è concluso con la sottoscrizione di un accordo quadro che evita i licenziamenti dichiarati dall’azienda con l’apertura della messa in mobilità e con un altro accordo che porterà all’acquisizione da parte di IIA dell’area produttiva di 6000mq di proprietà Finmeccanica. L’Industria Italiana Autobus ha inoltre garantito la riqualificazione dello stabilimento bolognese entro il 2020, con un investimento pari a circa 4 milioni di euro che porterebbe la capacità produttiva a circa 300 autobus all’anno. Durante la riorganizzazione, è prevista la cassa integrazione straordinaria del personale assunto.
Infine, l’azienda si è impegnata, alla ripresa della produzione, ad avviare una campagna di assunzioni di lavoratori diretti alla produzione, privilegiando i lavoratori di Avellino, e di procedere con l’assunzione di giovani con l’alternanza scuola-lavoro e contratti di apprendistato professionalizzante per ritornare all’organico del 2014.”
Elettra Raffaela Melucci