Dieci punti per riformare il mercato del lavoro, senza toccare l’articolo 18, estendere anche ai lavoratori autonomi ammortizzatori come l’indennità di disoccupazione e la malattia e prevedere un compenso minimo orario. È il piano ‘per l’occupazione giovanile e femminile’, definito dal responsabile economico del Pd Stefano Fassina e in discussione oggi pomeriggio al forum Lavoro del partito.
La proposta, che il Pd offre come contributo al confronto tra governo e parti, è un’evoluzione dei testi approvati dall’assemblea nazionale del Pd nel maggio 2010 e nella conferenza del lavoro nel 2011, dove passò la linea cosiddetta ‘laburista’ dell’area filo-Cgil e non la linea ‘riformista’ di Piero Ichino. Ed è una mediazione tra i progetti di legge Nerozzi e Madia che non toccavano l’articolo 18 a differenza dei disegni di legge presentati dal giuslavorista.
Per mettere ordine nella giungla dei contratti, il Pd propone il contratto di ingresso per i giovani e il contratto di reingresso per chi ha perso il lavoro, entrambi della durata dai 6 mesi ai tre anni definiti in base alla contrattazione collettiva a livelli contributivi inferiori ai contratti atipici per rendere vantaggiose per le imprese queste forme di assunzioni e con una retribuzione crescente. Agevolazioni contributive sono previste anche per i tre anni successivi dopo la trasformazione in contratto a tempo indeterminato.
Sul nodo dell’art.18, nella fase di ingresso, se il lavoratore viene licenziato è prevista una compensazione monetaria crescente in base alla durata del lavoro mentre, una volta che il contratto diventa a tempo indeterminato, il lavoratore è protetto dall’art.18. Il contratto di ingresso e di reingresso sostituisce altre forme di lavoro atipico, come, ad esempio, l’apprendistato e il contratto di inserimento.
Oltre a ridurre le forme contrattuali precarie, il Pd chiede di limitare l’utilizzo dei contratti a tempo determinato ed eliminare i vantaggi di costo delle forme contrattuali flessibili residue. Estesi gli ammortizzatori sociali con l’indennità di disoccupazione universale e tutele come malattia, ferie e infortunio a tutti i tipi di lavoro dipendente e autonomi. Previsto una retribuzione o compenso minimo orario in relazione ai minimi del contratto nazionale di riferimento ai rapporti fuori dal contratto. Per le donne il Pd chiede detrazioni fiscali per le mamme che lavorano, il ritorno delle norme di contrasto alle ‘dimissioni in bianco’ e l’universalizzazione dell’indennità di maternità.