La Uil ha chiesto di costituirsi parte civile contro 28 imputati, fra manager e dirigenti dell`acciaieria Iltalsider-Ilva di Taranto, accusati di disastro colposo ed omissione dolosa di cautele sul luogo di lavoro, per la morte di 15 operai deceduti fra il 2004 ed il 2010 a causa dell`esposizione all`amianto. Fra gli imputati figurano anche il patron dell`Ilva Emilio Riva, suo figlio Fabio Riva e l`ex direttore dello stabilimento tarantino Luigi Capogrosso (insieme ad Emilio Riva ai domiciliari dal 26 luglio scorso) insieme a manager dell’epoca in cui lo stabilimento era pubblico (Riva lo ha acquistato nel 1995).
L`incarico di costituirsi parte civile in difesa della salubrità e della sicurezza dell`ambiente di lavoro, nonché della salute dei lavoratori, è stato affidato all`avvocato Sergio Torsella dal segretario provinciale della Uil Giancarlo Turi e dal segretario regionale Aldo Pugliese. Sono già parti civili nel processo anche le famiglie di alcuni operai morti per malattia professionale, la Fiom-Cgil, e l`associazione Contramianto. Il 23 novembre prossimo il giudice Simone Orazio deciderà sulla richiesta di costituzione di parte civile della Uil. Nella stessa data il procedimento verrà accorpato ad un altro praticamente identico, con 18 imputati ritenuti responsabili della di altri 16 operai. In mattinata, gli avvocati Adriano Raffaelli e Francesco Mucciarelli hanno depositato appello al tribunale di Taranto contro la decisione del gip Todisco, che nei giorni scorsi ha negato la scarcerazione ad Emilio e Nicola Riva.
L`avvocato Egidio Albanese, invece, ha nuovamente chiesto al gip di revocare la custodia cautelare ai domiciliari per l`ex direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso, in considerazione del fatto che non ricopre più l`incarico per il quale gli vengono contestati i reati di disastro ambientale nell`inchiesta della procura ionica. (LF)