Prove di armonizzazione fiscale in Europa. La Commissione Ue ha oggi presentato una proposta per arrivare all’adozione di un sistema comune per il calcolo della base imponibile consolidata delle società. Lo ha annunciato il commissario per la fiscalità Algirdas Semeta.
L’adozione di un tale sistema comune, ha spiegato il commissario, consentirà di ridurre considerevolmente i costi amministrativi che le imprese devono sostenere per ottemperare ai vari sistemi fiscali vigenti nei diversi Paesi europei in cui operano.
Altri importanti risparmi, valutati in 1,3 e circa un miliardo di euro, potrebbero derivare rispettivamente dalla possibilità data alle aziende di compensare i guadagni realizzati in uno Stato membro con le perdite registrate in un altro e dai minori costi che dovranno sostenere le imprese per espandere la loro attività oltreconfine.
“La base imponibile consolidata comune – ha detto Semeta – aprirà nuove porte soprattutto alle piccole e medie imprese che desiderano svilupparsi oltre il proprio mercato domestico perché elimina barriere fiscali e riduce i costi”.
Il commissario ha tenuto a precisare che la proposta presentata oggi “non riguarda” l’armonizzazione delle aliquote fiscali applicate alle società, materia che è stata oggetto di scontro al vertice dell’Eurogruppo di venerdì scorso. Dove Francia e Germania sono tornate all’attacco dell’Irlanda, accusata di concorrenza sleale a causa delle sue aliquote superscontate (12,5%) sugli utili societari.
Quello che Semeta ha definito lo “sportello unico” per il calcolo della base imponibile ha ricevuto un’accoglienza positiva da parte di molti rappresentanti del mondo imprenditoriale europeo e sarà un sistema che le aziende potranno adottare su base volontaria avendo la possibilità di tornare al vecchio regime dopo un periodo di cinque anni.
“La determinazione delle aliquote – ha precisato il commissario – resterà sempre e comunque di competenza delle autorità nazionali”.
Luca Fortis