A parità di lavoro le donne in Europa guadagnano in media il 16,4% in meno degli uomini. Partendo da questo dato, il Parlamento Ue ha chiesto oggi alla Commissione di modificare e rafforzare la legislazione europea imponendo sanzioni severe ed efficaci per stimolare chi di dovere a colmare il divario retributivo tra i generi. L’invito è arrivato tramite l’approvazione a maggioranza qualificata di una risoluzione legislativa firmata dalla popolare slovacca Edit Bauer.
“Dopo quasi quarant’anni di legislazione, ovviamente inefficace, gli Stati hanno apportato solo cambiamenti minimi alle loro legislazioni e quasi nessuna sanzione è stata applicata nei confronti dei datori di lavoro”ha affermato prima del voto di oggi la Bauer. Strasburgo chiede l’adozione di sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive, che potranno essere multe, sanzioni amministrative e l’esclusione dal beneficio di prestazioni e sovvenzioni pubbliche.
Il Parlamento ha chiesto una revisione della direttiva del 2006, dimostratasi fino ad ora inefficace. Il commissario all’ambiente Janez Potochnik ha assicurato, in nome del gabinetto Barroso, l’intenzione di “presentare una relazione sull’applicazione della direttiva che potrebbe poi portare, in futuro, ad una revisione della stessa”.
Il problema, come ha ricordato in aula l’eurodeputato del Pd Sergio Cofferati, non riguarda solo la vita lavorativa, “ma si riflette anche sulle pensioni, che a causa del divario retributivo sono minori per le donne, esponendole al rischio povertà in un’età in cui invece vanno protette”. Secondo Eurostat, i divari retributivi maggiori si registrano in Austria, Cipro, Repubblica Ceca, Germania e Slovacchia, mentre l’Italia, assieme a Belgio, Malta e Slovenia fa parte del gruppo in cui le differenze sono minori. (LF)
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