Le preoccupazioni del mondo della politica e delle istituzioni, dopo l’allarme di Maroni su possibili infiltrazioni di violenti, evaporano in un clima di grande e pacifica partecipazione. Migliaia i lavoratori al corteo Fiom in difesa del contratto di lavoro, dei diritti e della democrazia. In testa i lavoratori di Pomigliano, ma hanno manifestato anche studenti, docenti e rappresentanti delle associazioni di volontariato, oltre ai centri sociali. Anche partiti politici presenti alla manifestazione, tra cui il Pd ma non in via ufficiale, l’Idv, Sinistra e Libertà e i Verdi.
Il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, ha dichiarato che il prossimo 4 novembre lascerà il suo incarico, dopo 8 anni di dirigenza, non con l’amarezza ma con la speranza che le cose possano cambiare, anche se la situazione è difficile. Epifani ha sottolineato, riferendosi all’adesione numerosa dei lavoratori, che è arrivato il messaggio: “i diritti sono importanti anche quando c’è la crisi”.
Per il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, per uscire dalla crisi bisogna rimettere al centro il lavoro e diritti. “Per questo è necessario, ha detto, continuare a contrastare le politiche del governo e della Confindustria”.
La Fiom vuole che in Italia si continui a produrre auto, ha precisato Landini, “ma se siamo in difficoltà è perché si è investito poco, non per colpa dei lavoratori. Senza un intervento pubblico che orienti investimenti, da questa crisi non si esce, lo diciamo con grande responsabilità. Come abbiamo fatto a Pomigliano, dove abbiamo portato le nostre controproposte ma stiamo ancora aspettando la risposta”.
L’obiettivo del governo e della Confindustria, ha aggiunto Landini, “non è solamente fare fuori la Fiom e la Cgil, ma cancellare il diritto chi lavora in fabbrica di essere persone libere di contrattare le proprie condizioni”.
“Cambiare questa società è possibile, ha concluso, e noi lottiamo per questo”, a partire dalla “difesa del contratto nazionale”. (FRN)