Nella definizione del Piano strutturale di bilancio “si è deciso di procedere in maniera autoreferenziale, senza alcun vero coinvolgimento delle parti sociali e del Paese” con contenuti “figli di una scelta politica molto precisa compiuta da Palazzo Chigi e dal Mef”, quella “di un’austerità selettiva, scaricata come sempre sui soliti noti”. Lo ha detto il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari, nel corso di un’audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sul Psb.
Lavoratori e pensionati, ha aggiunto, “continueranno a essere colpiti anche attraverso gli ulteriori tagli ad un welfare sempre meno pubblico e universalistico” mentre per altri “si continua ad escogitare ogni strumento possibile e immaginabile per consentire loro di evitare di pagare il dovuto al fisco”. La Cgil chiede che i 9,3 miliardi di maggiori entrate Irpef “vengano quanto meno destinate a rifinanziare un Servizio Sanitario Nazionale ormai sull’orlo dell’implosione”.
Critiche anche alle modalità del taglio del cuneo che secondo la Cgil “somiglia più a una partita di giro, finanziata in gran parte dalle imposte pagate dai redditi fissi, piuttosto che a un reale sostegno a lavoratrici e lavoratori”.
Ferrari ha evidenziato poi come da una parte sia “assolutamente insufficiente” lo stanziamento per il rinnovo contrattuale 2022/2024 del pubblico impiego” mentre non si interviene “né a sostegno dei rinnovi dei contratti collettivi privati, né a contrasto del lavoro povero e precario”.