Sindacati del commercio, terziario e turismo contro la liberalizzazione degli orari dei negozi, una delle misure contenute in manovra. Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs Uil “criticano aspramente” le misure anticrisi, a partire dalla liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali finora prevista in via sperimentale solamente per i comuni a vocazione turistica e per le città d’arte.
“L’applicazione del provvedimento così come stabilito dal governo – affermano i tre segretari generali Pierangelo Raineri, Franco Martini e Brunetto Boco – potrebbe determinare una situazione senza regole sulle questioni delle aperture domenicali e festive, materie sulle quali da tempo chiediamo di avviare un serio confronto tra le parti sociali e l’associazione nazionale dei comuni italiani. Sulle aperture si dovrà nel contempo rilanciare la concertazione tra le parti a livello territoriale”. Per i tre sindacati, “il rilancio dei consumi e delle attività economiche passano prima di tutto attraverso il sostegno al reddito dei lavoratori e delle lavoratrici dipendenti che sono sempre i primi a fare le spese della crisi”.
Critiche anche sulla riforma delle pensioni, in quanto “non si tiene ancora una volta conto delle profonde modifiche intervenute nel mercato del lavoro che si sono sviluppate soprattutto nel terziario privato, dove le misure avranno effetti devastanti proprio sui soggetti più deboli, i giovani e soprattutto le donne» dicono i sindacati”. “Su questo tema – promettono – ci batteremo per sviluppare un dibattito serio sulla previdenza complementare di origine contrattuale che dovrà diventare obbligatoria per tutti i lavoratori e le lavoratrici”. (LF)