Martedì 23 febbraio, a un anno dalla chiusura dei luoghi della cultura, i lavoratori del settore si danno appuntamento nelle piazze italiane per chiedere ammortizzatori sociali e sostegno sino alla fine dell’emergenza, la riapertura in sicurezza dei luoghi della cultura, la salvaguardia della produzione e dell’occupazione, la riforma legislativa dello spettacolo, la stabilizzazione dell’occupazione delle Fondazioni lirico-sinfoniche, il rinnovo dei contratti nazionali e i protocolli per professionisti autonomi.
Un’iniziativa unitaria di Slc Cgi, Fistel Cisl, Uilcom Uil, i quali ricordano che il 23 febbraio 2020 iniziava per l’intero settore un anno di profonda sofferenza con conseguenze gravissime sull’occupazione e sul reddito delle lavoratrici e dei lavoratori e delle loro famiglie. L’ iniziativa unitaria vuole dare visibilità al settore tutto, per alzare i riflettori sui rischi che il prolungarsi della pandemia e delle conseguenze gravi che potrebbero determinare chiusure definitive di teatri e cinema e la perdita di posti di lavoro e di molte professionalità importanti in tutti i comparti.
Si propone di dare un impulso mirato a tutti i soggetti in campo per la ripartenza possibile e necessaria. Le condizioni di sicurezza unitamente alle risorse disponibili debbono indirizzarsi senza indugio alla ripartenza della programmazione e dell’attività produttiva. Si vuole anche evidenziare quanto i cambiamenti in atto, rispetto alla realizzazione e fruizione di spettacolo in tempo di pandemia hanno accelerato l’utilizzo dello streaming, già presente nella distribuzione e che richiede un adeguamento complessivo del sistema in termini di supporto, riconoscimento, risorse e rivolto alla valorizzazione dello spettacolo dal vivo insostituibile.
L’iniziativa vuole sollecitare l’attenzione da parte della politica e delle istituzioni nazionali e locali circa la necessità di interventi non più rinviabili per una riforma strutturale che preveda:
- intervento pubblico e finanziamenti del settore, con modalità e tempi certi di erogazione e un monitoraggio costante sui fondi (FUS);
- un Recovery plan con investimenti nuovi e strutturali nel tempo per il settore della cultura;
- un sistema di protezione sociale con ammortizzatori adeguati per
sostenere il lavoro, sviluppare l’occupazione e riconoscere le professionalità nel settore;
- un sistema normativo di rafforzamento e tutela sulla previdenza e l’assistenza.
I sindacati segnalano le condizioni di instabilità e precarietà in cui vive da troppo tempo larga parte del mondo del lavoro nel settore e rilanciare una stagione contrattuale per la stabilità e l’innovazione nei comparti Fondazioni lirico sinfoniche e teatri e cine-audiovisivo comprensivo di attori, stunt-men, troupe, generici e doppiaggio.
Slc Cgi, Fistel Cisl, Uilcom Uil hanno predisposto l’iniziativa con un profilo di mobilitazione che richiami il trascorso anno dal 23 febbraio 2020 a oggi con il perdurare di chiusure e blocco delle attività non adeguatamente sostenute e ribadisca la volontà di ripartire di lavoratrici e lavoratori.
La cultura è un bene comune e va ad ogni conto salvaguardato non solo per chi ci lavora ma per tutti i cittadini di questo Paese.
TN