“La vicenda delle dimissioni del social media manager di Sangiuliano da una lato dimostra l’inadeguatezza del ministro che non esita a scaricare su un anello del mondo del lavoro i propri errori, dall’altro manda una messaggio pericoloso e semplicistico della professione del responsabile dei social, che invece è caratterizzata da grande professionalità, un lavoro di squadra e una rapporto costante con il committente, istituzioni o aziende”. Giulia Guida, segretaria nazionale della Slc-Cgil, commenta così l’episodio che ha visto protagonista il titolare del dicastero della Cultura. Tutto è partito da un post su Instagram del ministro nel quale si celebravano i 250 anni di Napoli. Peccato che nel post a mancare fosse qualche zero in più, visto che la storia del capoluogo campano è antica almeno di due millenni e mezzo. Un refuso, una gaffe, va detto l’ennesima del ministro, che subito ha catturato l’attenzione di tutta la stampa non tanto per la svista, ma per le dimissioni annunciate e accettate da parte dell’ex direttore del Tg2 del suo responsabile delle pagine social. Un escamotage forse messo in scena per scaricare su altri le proprie colpe.
“Si tratta di persone ben preparate e in continuo aggiornamento – spiega Guida – che hanno un crescente bisogno di tutele. Per questo assieme all’Associazione Nazionale Social Media Manager abbiamo firmato un protocollo per avviare un percorso politico e di rappresentanza. Questo ha permesso loro di poter usufruire dei nostri servizi e di confluire nel contratto collettivo dei grafici. Siamo ancora in un contesto – prosegue la sindacalista della Slc – nel quale l’80% di chi fa questo mestiere lo fa da autonomo, e non sempre per scelta. Chi poi lavora per la pubblica amministrazione o con le aziende molto spesso ha il contratto del pubblico o quello di riferimento dell’impresa. E una parte crescente sta confluendo nel nostro. L’episodio avvenuto dimostra come quando una parte del mondo del lavoro cresce senza regole e si verifica qualche intoppo, queste siano necessarie così come le tutele”.
Ritornando alla gestione del fatto da parte del ministro, la classica situazione nella quale la toppa è peggiore del buco, Guida rimarca l’inidoneità di Sangiuliano per la carica che ricopre. “Non si tratta solo delle figuracce commesse, ma c’è una manchevolezza anche sul piano della gestione delle risorse e delle scelte strategiche. Certamente – puntualizza Guida – anche i governi precedenti non hanno brillato sul tema cultura. Date le potenzialità del nostro paese il ritorno poteva essere maggiore, così come potevano essere maggiori le tutele per un settore molto fragile. L’esempio del mondo dello spettacolo è sotto gli occhi di tutti. Di sicuro – conclude Guida – questo governo sta dando il peggio di sé, appiattendo la cultura su logiche politiche e credendo di poter fare come credono solo perché ora sono al potere”.
“Le dimissioni del social media manager di Sangiuliano è un episodio quanto mai singolare. Chi fa questo mestiere opera in team. È vero che il smm ha delle responsabilità ma non sono assolute. Ci sono molti livelli di controllo e il contatto con il committente è costante. Quindi la pubblicazione di un post non è mai frutto di una decisione autonoma di chi cura i social. Le dimissioni sono un esito troppo severo per un errore che noi, come tutti i professionisti, commettiamo. E poi perché il ministro ha avuto così tanta premura di rendere pubbliche le dimissioni? Perché esporre alla pubblica gogna un lavoratore per uno sbaglio? Tra l’altro si tratta di una strategia comunicativa del tutto errata”. È questo il giudizio di Riccardo Pirrone, social media manager e presidente dell’Associazione nazionale che tutela la professione.
“Negli ultimi anni – afferma Pirrone – la figura di chi gestisce i social è cresciuta, non sono nei numeri ma anche per importanza e competenze. Oggi non ci si può più affidare al ragazzo o alla ragazza che capiscono un po’ di tecnologia, né si può pensare che questo sia un lavoro alla portata di tutti solo perché tutti possono usare i social. Prima della pubblicazione di un post c’è un lavoro di verifica delle notizie e delle fonti, bisogna sapere creare engagement, moderare le pagine. Tutto questo richiede conoscenze tecniche e un costante aggiornamento perché le piattaforme evolvono in continuazione. Dobbiamo anche chiederci come istituzioni e aziende scelgano i loro social media manager: sulla base del curriculum o perché figli o amici di?”.
“Il nostro intento – conclude Pirrone – è quello di avviare un vero percorso con il ministro Sangiuliano perché crediamo che anche i social media manager siano importanti per la cultura”.
Tommaso Nutarelli