“A dieci anni dal rogo alla Thyssen, è grave e impressionante che il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro ancora non sia percepito come prioritario, e che la giustizia non sia riuscita a compiere del tutto il suo corso”. Così il segretario confederale della Cgil, Franco Martini, interviene con un comunicato in occasione del decennale dalla strage della ThyssenKrupp di Torino, stabilimento in dismissione in cui persero la vita sette lavoratori.
Per il dirigente sindacale “non solo indigna che i manager tedeschi condannati in via definitiva non abbiano scontato un solo giorno di pena in Germania, ma preoccupa e addolora constatare che quella immane tragedia avvenuta in nome del profitto non abbia radicalmente segnato le coscienze e l’operato quotidiano nel mondo del lavoro e dell’imprenditoria”.
Martini sottolinea infatti che “i dati dimostrano una ascesa del trend infortunistico, che è tornato a salire proprio nel momento in cui si registra una crescita della produzione”. “È necessario riflettere rigorosamente su questo binomio – sostiene il segretario confederale – perché significa che né la crescita in atto, né l’innovazione, sbandierata come la nuova frontiera dello sviluppo, assumono come vincolo l’obiettivo del miglioramento delle condizioni di lavoro”.
“La Cgil, insieme a Cisl e Uil – prosegue – considera questo obiettivo sempre più centrale nella contrattazione e nel confronto con tutte le associazioni datoriali e istituzionali, e sosterrà l’impegno dei rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza, per imporre il pieno rispetto di tutte le norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro”.
“Lo dobbiamo ad Antonio, Angelo, Roberto, Rosario, Giuseppe, Rocco e Bruno, ai loro familiari, e a tutti coloro che continuano a morire o ferirsi nei luoghi di lavoro”, conclude Martini.
E.M.