Il leader della Cgil, Susanna Camusso, ha spiegato durante la conferenza stampa odierna che la Cgil seguirà gli sviluppi della discussione alla Camera sul Jobs act, assicurando che il proprio impegno per contrastarlo non terminerà con l’eventuale fiducia che il governo potrebbe chiedere anche a Montecitorio.
“Seguiamo gli sviluppi alla Camera sul Jobs act – ha detto – non pensiamo che la fiducia chiuda la discussione. Non ci sono solo i decreti, continueremo a contrastrare il provvedimento”. Il segretario Cgil ha aggiunto che comunque oggi è ancora presto per fare una valutazione definitiva, che sarà fatta “quando avremo i testi concreti. Oggi siamo nella stagione di contrastare il Jobs act per salvaguardare lo Statuto dei lavoratori ed estenderlo agli altri” cui non è applicato.
In ogni caso, secondo Camusso “continuano ad esserci differenze tra le dichiarazioni del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e i contenuti della delega”. Per quanto riguarda gli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato, il segretario generale della Cgil sollecita un “intervento più radicale” perché quello a cui pensa il governo “non è sufficiente se si vuole cambiare davvero”.
Camusso ha ricordato che alcune forme di lavoro precarie, come i voucher e il lavoro a chiamata, “stanno crescendo e nel Jobs act non c’è intenzione di cancellarle. Non siamo dunque di fronte a una così significativa revisione”.
Voto negativo del leader della Cgil anche sulle linee guida della legge di Stabilità anticipate dal premier Matteo Renzi: “Il mix di riduzione del peso fiscale per alcuni e taglio della spesa mantiene il paese in uno stato recessivo”. Questa impostazione per Camusso “non crea né crescita né posti di lavoro”, dato che “siamo ancora dentro un’impostazione liberista”, in cui “una manovra è efficace” soltanto se si agisce sul versante fiscale. “Credere che riparta la crescita solo agendo sulle tasse – ha proseguito – è un errore. È un esperimento già fatto che non ha creato né crescita nè posti di lavoro”.
Per la manifestazione nazionale del 25 ottobre “per il lavoro, la dignità e l’uguaglianza” organizzata dalla Cgil, la Camusso si aspetta una “grande partecipazione di lavoratori e anche di giovani” e ha rimandato alla prossima settimana i dettagli organizzativi della manifestazione. “Teniamo un po’ di suspense sui numeri – ha aggiunto – ma c’è un clima importante che sta crescendo”.
Alla conferenza stampa è stata anche presentata una ricerca sulla fiducia nel sindacato, commissionata dall`associazione “Bruno Trentin” della Cgil e realizzata dall’istituto Tecnè. Dalla ricerca emerge che il 55% dei non iscritti delle confederazioni ritiene che il sindacato sia utile. Una percentuale che sale al 77% tra gli iscritti alla Cgil. L’interesse a iscriversi a un’organizzazione sindacale si attesta al 15%. Il 36% dei non iscritti si rivolgerebbe a un sindacato per rivendicare un diritto (52% tra i tesserati Cgil). Il dato è leggermente inferiore rispetto a coloro che si rivolgerebbero a un’istituzione (43% tra i non iscritti, ma 36% tra gli iscritti Cgil).
Dal report emerge anche che solo l’1% dei non iscritti a un sindacato si rivolgerebbe invece a un partito politico. È inoltre un ulteriore dato che misura la fiducia nei sindacati il fatto che il 58% dei non iscritti si sante isolato dagli altri e costretto ad affrontare da solo i propri problemi, mentre tra gli iscritti alla Cgil solo il 22% avverte questa condizione.
“Ci sono due temi, solitudine e utilità – ha sottolineato Susanna Camusso – in un Paese che dà per scontato che bisogna abolire le forme di rappresentanza, l`effetto è già visibile. Aumenta la solitudine delle persone. Appartenere a un’organizzazione dà un segno di comunità. C`è poi una preoccupazione sul versante dell’occupazione come grande tema centrale e una critica alle politiche che si fanno sul lavoro”.