La trattativa sul nuovo modello contrattuale “si è aperta oggi”, e va chiusa in fretta, perché “ci sono tempi massimi che conosciamo tutti: sono i tempi necessari a evitare che altri soggetti affermino che si è atteso troppo a lungo e alla fine decidano loro, legiferando su un tema che appartiene alle parti sociali e combinando pasticci”.
“Loro” sarebbe il governo Renzi, pronto a intervenire sul sistema contrattuale in mancanza di segni di vita da parte dei diretti interessati. “Dobbiamo evitare che la contrattazione diventi terreno per le scorribande della politica – dice Anna Maria Furlan, presentando a sorpresa la proposta di riforma targata Cisl- dunque oggi si apre il confronto”. I tempi per concluderlo dovranno essere brevissimi: “ottobre sarebbe già troppo tardi, si deve e si può chiudere entro il 15 settembre”, si sbilancia il numero due di Via Po, Gianni Petteni. Il nuovo modello deve tassativamente nascere “prima che si definisca la legge di stabilità che dovrà contenere le agevolazioni per i salari di produttività”. Agevolazioni che, peraltro, al momento sono scomparse dall’orizzonte, ridotte a pochi spiccioli.
Giura Furlan che della proposta Cisl nessuno fino ad oggi era a conoscenza: “siete i primi a cui la presentiamo”, dice rivolgendosi ai giornalisti convocati in conferenza stampa. Ma è difficile credere che non si sia consultata con nessuno prima di sfoderare un testo, sia pure a grandi linee (dei contenuti riferisce sul Diario Fernando Liuzzi), su quella che dovrà essere la contrattazione del futuro. Tanto più che, appena una settimana fa, le segreterie delle tre confederazioni si erano riunite proprio per affrontare questo nodo, e pochi giorni prima si era tenuta un’altra riunione dei vertici con la Confindustria. Ma i tre sindacati non erano riusciti a cavare un ragno dal buco, e le stesse imprese, pur reclamando l’urgenza di rivedere i contratti, si erano ben guardate da mettere nero su bianco (almeno non in via ufficiale) una ipotesi di riforma. Così la Cisl si è assunta per tutti la responsabilità di sparigliare: “Vogliamo ridisegnare un sistema contrattuale moderno che metta il lavoro al centro come protagonista –spiega Furlan-, dando nel contempo un forte contributo alla produttività delle nostre imprese e un riconoscimento al ruolo delle parti sociali”.
Ed è proprio qui, il punto. Il Governo da tempo insiste con sindacati e Confindustria perché si mettano al lavoro rivedendo le basi della contrattazione, ma i tempi non sono eterni: entro l’autunno Renzi intende procedere comunque. I consiglieri di Palazzo Chigi, Tommaso Nannicini e Maurizio Del Conte, hanno già lavorato a una bozza di riforma e all’orizzonte c’è anche la legge sul salario minimo. “Renzi voleva intervenire già col Jobs Act, lo abbiamo convinto a lasciare il tema a noi, ma adesso dobbiamo fare la nostra parte”, spiega Furlan.
Effettivamente, per le parti sociali uno scavalcamento del genere equivarrebbe alla fine. Diverso sarebbe se l’esecutivo facesse propria, traducendola poi in legge, una qualche proposta avanzata da sindacati e imprese. Sui contratti come sulla rappresentanza. Di qui, la mossa della Cisl: intanto, si getta sul tappeto un testo, poi si vede chi ci sta. Un ennesimo accordo separato, però, sembra poco probabile, e del resto Furlan stessa afferma: “Non inizio un lavoro immaginando già che qualcuno si voglia escludere. Il lancio della nostra proposta è finalizzato a creare le condizioni perché tutti considerino il tema importante e da affrontare subito. E poi, tutti assieme, dobbiamo trovare una capacita di sintesi per condividere un modello. Bisogna che tutti si assumano le loro responsabilità. Sapendo che nessuno ha la verità in tasca, ma anche che nessuno ha poteri di veto”.
Quanto ai contratti in corso, motivo principale delle resistenze della Cgil (Susanna Camusso vorrebbe prima chiudere l’attuale stagione di rinnovi, e successivamente intervenire con la riforma), Petteni liquida la faccenda cosi’:‘’C’e’ sempre un contratto che scade, ma a forza di stargli dietro ormai stiamo scadendo anche noi’’. Ma, aggiunge Furlan, ha torto anche Squinzi: ‘’ vorrebbe bloccare i contratti in attesa della riforma, ma per noi non esistono moratorie. Le due cose possono in realtà andare di pari passo, vanno avanti i vecchi contratti e intanto disegniamo quelli del futuro. Anzi, penso che questo darebbe maggiore forza ai rinnovi”.
Che accoglienza riscuoterà l’iniziativa Cisl lo sapremo tra breve. Giovedì si riuniscono i segretari generali di tutte le strutture Cgil (categorie e territoriali), e nella stessa giornata si terrà la consulta dei presidenti di Confindustria. Nel frattempo si svolgeranno anche le assemblee Fim e Uilm per il lancio della piattaforma del rinnovo metalmeccanici e la direzione Fiom, con lo stesso scopo. Le risposte, insomma, non dovrebbero tardare.
Nunzia Penelope