I decreti varati dal governo per rispondere alla crisi legata al Covid “non delineano ancora una risposta adeguata” per la frammentazione degli interventi, la mancanza di provvedimenti attuativi e “l`assenza di una chiara visione di fondo”. E’ il giudizio di Confindustria espresso dal direttore generale Francesca Mariotti nel corso di un’audizione alla commissione bilancio del Senato sul decreto agosto.
“Gli interventi d`urgenza adottati dal Governo – ha detto – pur cercando di rispondere a pressanti istanze di ordine economico-sociale e nonostante le ingenti risorse complessivamente stanziate (circa 100 miliardi), non delineano ancora una risposta adeguata alle esigenze congiunturali e a quelle di ripresa e di crescita”.
Secondo la Dg di Confindustria “La frammentazione degli interventi, i numerosi provvedimenti attuativi non ancora adottati e l`assenza di una chiara visione di fondo, minano l`efficacia delle misure introdotte rispetto a un sistema economico la cui tenuta complessiva è messa a dura prova dalla crisi. Queste carenze rischiano di avere pesanti ripercussioni su cittadini e imprese, se non si modifica da subito la rotta”.
“Sarebbe necessario avviare, sin da subito, interventi strutturali per il rilancio dell`economia, puntando su misure capaci di attivare la ripresa nel 2021, anche in chiave di sostenibilità sociale e ambientale”, ha sottolineato la Confindustria.
“Ciò comporta l`avvio di riforme e progetti organizzati secondo una strategia di medio-lungo periodo – ha aggiunto – coerenti con le raccomandazioni specifiche indirizzate annualmente dalla Commissione europea all`Italia, nonché condivise con i corpi intermedi”.
Tra le misure indicate da Confindustria, la riforma degli ammortizzatori sociali e “innovazioni profonde” sulfronte del costo del lavoro.
In questo senso la riduzione del 30% dei contributi previdenziali per le imprese che operano al Sud, introdotta dal decreto agosto, “dovrebbe rappresentare l`avvio di un complessivo ripensamento del sistema contributivo, da coordinare, necessariamente, anche con i progetti di riforma fiscale che si prefigurano in queste settimane”.
Secondo Confindustria, poi, “un`ulteriore sfida per i prossimi mesi sarà la capacità di mettere in campo strumenti in grado di rendere più conveniente, per le imprese, effettuare i necessari investimenti innovativi, anche per contenere l`eccessivo indebitamento legato alla fase acuta della crisi”.
“Al riguardo – ha aggiunto Mariotti – Confindustria ha più volte evidenziato che alcuni interventi, pure utili nella fase emergenziale, come il potenziamento del Fondo di garanzia per le PMI, anche a causa della durata troppo breve dei prestiti garantiti, rischiano di appesantire la struttura finanziaria delle imprese, comprimendo le possibilità di finanziare i nuovi investimenti necessari per la ripresa”
Il divieto ai licenziamento, prorgato nel decreto agosto, “non ha eguali in nessun altro Paese del mondo” e “non ha più ragione d`essere in questa fase, che dovrebbe, invece, essere dedicata a favorire la ripresa delle attività”. Ha proseguito il direttore generale di Confindustria.”Come è stato osservato dall`OCSE e da numerosi commentatori – ha sottolineato – la proroga del divieto di licenziamento ex lege rappresenta un rimedio di dubbia utilità, soprattutto se finisse per ritardare o, addirittura, scoraggiare quegli interventi di riorganizzazione o di ristrutturazione d`impresa e quegli investimenti che potrebbero più rapidamente assicurare competitività e occupazione”.
“Peraltro – ha aggiunto la Dg di Confindustria – alla luce del meccanismo di funzionamento, non si può non evidenziare il paradosso per cui tale divieto, che costituisce una significativa compressione della libertà di iniziativa economica, finisca per ingessare maggiormente quelle imprese che hanno superato la fase acuta della crisi e si trovano, ora, ad affrontare nuove sfide in chiave di riorganizzazione”.
Una delle priorità è senz`altro “l`avvio di una riforma del sistema degli ammortizzatori sociali, che abbiamo sollecitato già da metà luglio con un documento di proposte concrete”. Ha spiegato il direttore generale di Confindustria.
“La nostra proposta sugli ammortizzatori – ha aggiunto – nasce dall`esigenza di mettere ordine nei continui, disordinati e alluvionali processi di aggiustamento della materia che hanno fatto venir meno la coerenza e l`equità del sistema e che hanno creato una forte disomogeneità nei criteri di finanziamento degli strumenti di sostegno al reddito, determinando dispersione di risorse e complessità amministrative per l`accesso ai benefici”.
Secondo Confindustria “serve un sistema che punti sulle politiche attive, per consentire di ricollocare le persone disoccupate e rendere più fluido e meno rigido il mercato del lavoro, con carattere di universalità”.
TN