I leader di Cgil, Cisl e Uil portano la voce dell’Italia sul palco del Congresso della Confederazione Europea dei Sindacati in corso a Berlino. Ognuno con le proprie proposte, ma sotto il segno dell’unitarietà, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri hanno parlato di lavoro, contrattazione e sicurezza, sottolineando l’esigenza di un patto europeo per rilanciare le relazioni sindacali a livello internazionale.
Proprio su quest’ultimo tema insiste il segretario generale della Cgil, che si appella ai 600 delegati presenti in platea per costituire “una mobilitazione di tutto il mondo del lavoro europeo”, che si trova in una profonda crisi di sistema, all’indomani della crisi pandemica e con una guerra in corso, per la quale “la risposta non può essere il ritorno alle politiche di austerità”. Per Landini, quindi, occorre “rilanciare con forza l’idea della costruzione di un’Europa sociale fondata sulla giustizia sociale, sui diritti del lavoro e su nuovi investimenti. Tutto il sindacato europeo deve mettere in campo un’azione unitaria capace di indicare questa strada”, laddove l’unitarietà è il tratto di forza che dovrà contraddistinguere questa azione. “Oggi è necessario far sentire con ancora più forza la nostra voce – sottolinea ancora Landini -. Sono in corso molte mobilitazioni. Insieme a Cisl e Uil veniamo da un mese di manifestazioni. E cosi in Francia, in Belgio, nel Regno Unito. E ci sono paesi, come la Germania e la Spagna, dove il sindacato ha ottenuto dei risultati importanti. Bisogna continuare”. Su queste conclusioni Landini avanza la richiesta di formalizzare un calendario di mobilitazioni a carattere nazionale a partire già dal mese di giugno “dentro una piattaforma unitaria della Ces” per arrivare poi a settembre a organizzare “una grande manifestazione di tutto il sindacato europeo. Sarebbe il giusto modo per festeggiare i cinquant’anni della Confederazione europea dei sindacati”.
Nel corso del suo intervento, il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, si concentra sull’occasione che offre il Congresso della Ces “per richiamare e rilanciare contenuti e valori che il sindacato ritiene essenziali: la priorità del lavoro, la centralità della persona, il futuro dell’Europa, specialmente nel turbolento contesto sociale, economico e politico che stiamo attraversando”. Per Sbarra, infatti, “la centralità economica e sociale del lavoro, della sua qualità, del suo protagonismo attivo, responsabile, creativo, nelle dinamiche di sviluppo e coesione dei nostri Paesi e dell’Unione” diventa un tema di particolare urgenza “di fronte a transizioni industriali ecologiche, tecnologiche, energetiche e demografiche che modificano profondamente l’assetto dei nostri sistemi produttivi”, cui si aggiunge “la lama affilata di un’inflazione che taglia potere d’acquisto dei lavoratori e delle famiglie”. Sfide che si affrontano nel segno dell’unitarietà, “per arginare e invertire la spinta centrifuga che tende ad amplificare polarizzazione dell’occupazione e lavoro povero”. Per il leader Cisl “ bisogna costruire un sistema di tutele universale legato non solo alla prestazione lavorativa ma alle transizioni occupazionali. È necessario rivendicare incessantemente il ruolo della contrattazione e della partecipazione, debellando i dumping che minano diritti e competitività. Una competitività da basarsi su leve di crescita sostenute da politiche industriali europee partecipative, sistemi fiscali equi e da un ruolo statale strategico di orientamento e incentivo, in un quadro di attenzione a ciò che si produce e al come lo si produce. Queste per noi le linee per cambiare il futuro del lavoro, e pur nella consapevolezza della difficoltà del percorso, siamo convinti che questo Congresso sia un ulteriore passo in questa direzione”, ha concluso Sbarra.
“Dovremo cominciare a discutere di un contratto europeo di lavoro”. È questa la proposta lanciata dal Segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri, nel corso del suo intervento dal palco del Congresso. “Se pensiamo all’Europa come al nostro Paese – ha sottolineato Bombardieri – e se guardiamo al Sindacato europeo del domani, non possiamo tollerare che le grandi multinazionali producano grandi profitti e paghino i lavoratori in modo diverso seppur a distanza di poche centinaia di chilometri tra loro. Questo non è più possibile: c’è un problema di omogeneità di trattamento economico e di diritti”. Per Bombardieri, quindi, occorre “cominciare a discutere di un contratto europeo di lavoro e, quindi, della possibilità di cedere una parte delle prerogative sindacali nazionali al Sindacato europeo del domani. La Ces sarà in grado di giocare un forte ruolo contrattuale? di rivendicare scelte nei confronti della Commissione europea? di svolgere azioni e non campagne nei confronti delle multinazionali? Dobbiamo essere capaci di dare queste risposte – ha concluso Bombardieri – nella consapevolezza che l’Organizzazione sindacale non è nostra, ma degli iscritti che rappresentiamo e rimarrà tale anche quando noi andremo via”.
e.m.