Secondo i nuovi dati Eurostat, a luglio 2018 si registra un nuovo incremento del +0,4% dei prezzi alla produzione dell’industria, sebbene il risultato su base mensile sia analogo a quello di giugno, che aveva segnato un rallentamento rispetto al +0,8% di maggio. La crescita dei prezzi su base annua ha poi mostrato una ulteriore accelerazione portandosi al +4%, dal +3,6% di luglio.
A spingere maggiormente il rialzo generale è sempre la voce energia, dove sulla scia dei passati rincari del petrolio i prezzi sono cresciuti dell’1,1% su base mensile e del 10,7% su base annua.
Spinte al rialzo del settore produttivo , se persistenti e se accompagnate da un contesto di crescita economica, potrebbero rafforzare l’accelerazione dei prezzi al consumo, l’inflazione generale, e in questo modo allentare le cautele della Bce nel procedere ad una graduale normalizzazione della politica monetaria. All’opposto se il rialzo inflazionistico dovesse mostrare battute di arresto l’istituzione monetaria potrebbe essere portata a una accresciuta prudenza nell’aggiustare la sua linea.
Attualmente, oltre ai tassi di interesse a zero e che conta di mantenere tali a lungo, la Bce sta conducendo la fase conclusiva del suo programma di acquisti di titoli di Stato dei Paesi dell’area euro, anche italiani (ha accumulato 356,4 miliardi su 2.115 miliardi di titoli pubblici di tutto il Quantitative easing). Il programma dovrebbe concludersi a fine 2018, posto che i dati macroeconomici si sviluppino in linea con le attese.