“La grave crisi occupazionale ed economica deve essere affrontata anche con il rilancio della produzione nazionale degli idrocarburi. Una parte importante di queste riserve é attivabile in tempi rapidi consentendo di soddisfare circa il 20% dei consumi energetici, dal 10% attuale”. Lo ha affermato Sergio Gigli, segretario generale della Femca Cisl, intervenendo sul delicato nodo della crisi occupazionale e del rilancio della crescita economica dell’Italia, temi al centro dell’agenda europea e dell’impegno del premier Mario Monti con i partner comunitari. “Muoversi in questa direzione permetterebbe di attivare 15 miliardi di euro di investimenti e creare 25 mila nuovi posti di lavoro e nel contempo ridurre la nostra bolletta energetica di circa 6 miliardi di euro, di aumentare di mezzo punto il Prodotto interno lordo ricavare 2,5 miliardi di euro in entrate fiscali nazionali e locali. Ci chiediamo – ha aggiunto Gigli – come mai il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, non si attivi per rimuovere le normative nazionali che impediscono e ostacolano la realizzazione di molteplici progetti presentati nel nostro Paese”. Il Decreto Legislativo 128/10, infatti, vieta la possibilità di espansione in aree dove é localizzato il 50% della produzione di gas in mare e il 100% della produzione di petrolio. Se i divieti totali dovessero permanere considerato l’indotto – ha concluso Gigli – si potrebbero perdere migliaia di posti di lavoro, vi sarebbe inoltre un impatto negativo sul gettito fiscale, del mancato sviluppo delle riserve già scoperte, di oltre 4 miliardi di euro per i prossimi 10 anni”.
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