Lo scorso 11 maggio il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, e il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, hanno presentato in Parlamento la strategia energetica nazionale. In riferimento al capitolo sul sostegno dei grandi impianti fotovoltaici, il sindacato di categoria Flai Cgil sottolinea che nel piano non è stato approfondito dove istallarli e con quali criteri di salvaguardia del suolo agricolo gli stessi possono essere istallati.
Sulla base di questi elementi, il sindacato condivide la posizione dei segretari confederali Cgil, Vincenzo Colla e Gianna Fracassi Fracassi, che hanno posto l’esigenza di chiarire questo e altri elementi critici presenti nella illustrazione della strategia energetica.
Per la Flai “è necessario coinvolgere il ministero delle Politiche Agricole e respingere con determinazione un ulteriore consumo del suolo agricolo, che va salvaguardato, dal punto di vista ambientale per l’alterazione che si potrebbe determinare nelle aree rurali ad alto valore paesaggistico, per la tutela della biodiversità, e, in particolare l’attenzione massima va riposta per la perdita di produzioni alimentari in molte aree di eccellenza”.
La Flai Cgil conclude ricordando che “l’era dei grandi impianti fotovoltaici da istallare sui terreni agricoli giunse definitivamente a termine nel primo decennio degli anni 2000. Attraverso l’intervento del ministero delle Politiche Agricole, si posero in essere, mediante tavoli di concertazione con le Associazioni Agricole, Imprese, Enti territoriali, iniziative atte a ridimensionare l’enorme consumo del suolo agricolo, anche con normative di contrasto, in particolare con il quinto conto energia. Per il fotovoltaico in agricoltura, tuttavia, resta la possibilità di essere istallato sui fabbricati rurali e sugli impianti di serra.”