Si sono conclusi i lavori dell’assemblea nazionale Fiom, incontro annuale in cui il sindacato decide le sue strategie future.
Sono stati presentati dalla segreteria nazionale del sindacato due documenti: la “Carta rivendicativa dei metalmeccanici” e il “Piano d’azione per il Contratto, la Democrazia e il Lavoro”. A entrambi è stato contrapposto un unico documento presentato come primo firmatario da Sergio Bellavita, erede di Giorgio Cremaschi.
Una terza posizione è stata quella dell’area l’area vicina alla maggioranza Cgil, che in Fiom è una minoranza, che ha presentata una dichiarazione di voto di astensione, con primi firmatari Manuela Marcon, Fabrizio Potetti e Gianni Venturi.
Il Piano d’Azione è un documento politico-sindacale in cui la maggioranza che fa capo a Maurizio Landini propone la sua visione per il futuro. Nel documento, tra l’altro, si condanna gli accordi separati sulla produttività e sul contratto nazionale dei metalmeccanici.
La Carta Rivendicativa è invece un documento più tecnico in cui si pongono le basi per le rivendicazioni nelle vertenze per gli integrativi aziendali. L’idea di fondo è di fare accordi di secondo livello che non applichino il contratto nazionale non firmato dalla Fiom. Tra le proposte presenti, la riduzione dell’orario di lavoro per favorire l’occupazione; la richiesta di considerare a parità di lavoro, indipendentemente dalla tipologia di lavoro applicata, la parità di trattamento economico e normativo e il pagamento al 100% dei primi tre giorni di malattia.
Tra gli oppositori, Sergio Bellavita, ha presentato un documento in cui si afferma che è sbagliato puntare sugli integrativi per contrapporsi al rinnovo del contratto separato, perché facendo ciò di fatto si finisce per indebolire l’idea stessa di contratto nazionale. Per attaccare un rinnovo che non piace, ha sostenuto, non si può mettere a rischio l’idea stessa di contratto nazionale.
Diversa la posizione dell’area vicina alla maggioranza Cgil che ha deciso di astenersi e ha detto di non condividere l’impostazione di fondo, in quanto dopo due contratti separati di fila, il sindacato deve riflettere, insieme con la Cgil, su come tornare a chiudere accordi senza per questo rinunciare alle sue idee.
Le votazioni hanno avuto il seguente esito: il documento “Carta rivendicativa dei metalmeccanici” è stato approvato con 384 voti favorevoli, il documento presentato in contrapposizione da Bellavita ha preso 34 voti a favore, 109 sono stati i voti di astensione;
il Documento “Piano d’azione per il Contratto, la Democrazia e il Lavoro” è stato approvato con 377 voti favorevoli, il documento che si opponeva ha riportato 34 voti favorevoli, 111 sono stati i voti di astensione. (LF)