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Manovra, ok su delocalizzazioni: aumenta il contributo per i licenziamenti

redazione
Dicembre21/ 2021

Ha ottenuto il via libera l’emendamento alla manovra sulle delocalizzazioni. Le imprese che licenziano per delocalizzare senza presentare un piano di gestione degli esuberi pagheranno fino al doppio del contributo previsto dal Jobs act.

Il testo, che aveva sollevato alcune critiche da parte degli stessi partiti di maggioranza e che aveva incontrato le critiche dei sindacati che lo ritenevano troppo tiepido, è stata approvato dalla commissione Bilancio del Senato. Il governo, secondo quanto si apprende, ha dato infatti parere negativo su tutti i subemendamenti.

In sostanza la sintesi trovata tra ministero del Lavoro e Mise prevede che le imprese con più di 250 dipendenti, non in crisi, che decidono di chiudere una sede con cessazione delle attività e vogliono licenziare più di 50 dipendenti debbano darne comunicazione tre mesi prima a sindacati, regioni interessate, ministero del Lavoro, Mise ed Anpal.

Entro 60 giorni dalla comunicazione, poi, le imprese devono presentare un piano per la gestione degli esuberi per una durata non superiore a 12 mesi, da esaminare nei 30 giorni successivi altrimenti i licenziamenti sono nulli.

Se il piano non viene presentato o l’azienda è inadempiente rispetto agli impegni presi nel piano sottoscritto, per l’azienda scatta il raddoppio del contributo di licenziamento previsto dal Jobs Act pari al 41 per cento del massimale mensile della Naspi per ogni dodici mesi negli ultimi tre anni. In caso di mancata firma dell’accordo l’importo è aumentato del 50%.

Prevista anche la cassa integrazione straordinaria per i lavoratori interessati ai piani predisposti dalle aziende che cessano la loro attività. Su questo capitolo sono previsti 35 milioni per il 2022 ed importi che aumentano progressivamente a decorrere dal 2023 da 71,5 miloni a circa 80 milioni nel 2031.

E.G.

redazione