In una recente audizione al Parlamento, l’Authority sulla regolamentazione degli scioperi ha lamentato l’eccessiva frammentazione del panorama sindacale, addirittura paventando la presenza di “sindacati fantasma”, soggetti senza alcuna reale rappresentanza che, di fatto, attraverso il solo utilizzo dell’effetto “annuncio” di uno sciopero, con quasi nessuna adesione, sono però in grado di arrecare molti danni ai cittadini utenti.
Lo stesso fenomeno è alla base della proliferazione, senza alcun controllo, dei cosiddetti “contratti pirata” in molti casi sottoscritti da sigle sindacali, sia datoriali che dei lavoratori, senza alcuna rappresentanza reale.
Infine l’approvazione del PNRR italiano, imporrà, almeno per il prossimo trienni, un enorme sforzo congiunto di tutte le parti sociali per massimizzare le potenzialità degli investimenti che il nostro Paese dovrà effettuare.
Per poter adempiere con efficacia e anche solerzia (cioè nei tempi previsti) a questi compiti, sarebbe utile che i soggetti della contrattazione siano forti ed autorevoli, siano cioè in grado di far seguire i fatti agli accordi sottoscritti e sulla base di questi, siano in grado di interloquire, da pari grado, con gli altri “poteri forti”: Finanza, Politica, rappresentanza di gruppi di interesse.
Solo questa dialettica tra “Poteri Forti” rappresentativi ed autorevoli potrà innescare un circolo virtuoso e dare slancio allo sviluppo economico e sociale del Paese.
Chi demonizza questi soggetti e preferisce la frantumazione sociale della rappresentanza, chi in modo “populista” evoca chissà quali complotti, non fa altro che riconfermare le ragioni di fondo che hanno reso “debole” in questo ventennio l’Italia nello scenario internazionale.
Ciò che serve è il coraggio di una profonda riforma che abbia tre pilastri: la riforma della rappresentanza, attraverso l’applicazione dell’art.39 della Costituzione (magari anche con qualche modifica e aggiornamento), la riforma della contrattazione con una maggior valorizzazione di quella di prossimità che si può realizzare anche attraverso una decisa semplificazione della “giungla contrattuale” e una riforma della legge di regolamentazione dello sciopero che non consenta la proclamazione dello stesso a qualsiasi sigla priva di un minimo di rappresentanza, salvo magari, il ricorso all’istituto del Referendum tra i lavoratori interessati, qualora le sigle maggioritarie non vogliano indire una mobilitazione.
Questi tre aspetti: rappresentanza, contrattazione, gestione del conflitto sono tra di loro legati in modo indissolubile. L’avvio di un confronto tra le parti sociali o avviene sulla base di questa visione sistemica o, per l’ennesima volta, si perderà l’occasione di dare una decisa sterzata al nostro sistema sociale.
Senza questo approccio sistemico ogni problema da affrontare rischierà di essere ancora una volta il risultato di mediazioni defaticanti quanto inefficaci, col serio rischio nel lungo periodo che la stessa dialettica sociale sia vissuta come un ostacolo da rimuovere e non come una risorsa da utilizzare.
Luigi Marelli