La commissione Bilancio del Senato ha dato parere positivo al decreto legge sull’Ilva, ma ha posto la condizione che venga inserita una clusola di salvaguardia sulle somme sequestrate ai Riva. Il governo si è rimesso alla decisione della commissione.
Slitta invece a domani sera il voto sugli emendamenti al decreto Ilva all’esame delle commissioni Industria e Ambiente del Senato. La commissione, che era prevista per stasera, è stata sconvocata e la riunione di domani mattina difficilmente potrà essere ‘operativa’ poiché mancano i pareri sugli emendamenti da parte della commissione Bilancio. Sconvocata anche la seduta del pomeriggio complice l’incontro dei gruppi di Fi.
Resta per ora confermata la seduta di domani sera ma i tempi sembrano allungarsi e l’approdo in Aula potrebbe slittare alla prossima settimana.
“Qualora si determinasse un onere, una volta emerso, si dovrebbe coprire facendo riferimento ai fondi strutturali”, ha spiegato il viceministro all’economia, Enrico Morando, il quale ha tenuto a precisare che il governo si è rimesso alla commissione pur non ritenendo necessaria la clausola poiché “anche la compagine proprietaria dell’Ilva sarebbe obbligata all’utilizzo delle medesime risorse per la realizzazione di analoghe attività di bonifica ambientale” e non ci sarebbero quindi “rivendicazioni restitutorie” su quelle somme.
Intanto sono riprese le manifestazioni degli autotrasportatori coinvolti nella vicenda Ilva. Lo affermano le associazioni delle imprese che venerdì scorso hanno inviato una nuova lettera al ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi “per essere convocate con l’obiettivo di trovare una soluzione che scongiuri la chiusura delle imprese di trasporto merci che vantano ingenti crediti nei confronti del gruppo siderurgico”.
“Centinaia di mezzi – spiegano Anita, Fai-Conftrasporto, Cna-Fita, Sna-Casartigiani, Fisi Confetra Confartigianato trasporti – stanno sfilando nuovamente, dopo le manifestazioni tenute sabato scorso, nelle città di Alessandria, Genova e Taranto per manifestare contro il completo disinteresse mostrato fin qui dal governo per il destino di imprese e lavoratori che aspettano da mesi il pagamento dei servizi effettuati”.